Il dilemma che spesso l’investitore EURO si pone circa i suoi risparmi, riguarda la convenienza o la possibilità di coprirsi dal rischio delle fluttuazioni valutarie che possono erodere in maniera anche significativa le cedole o il corso degli investimenti.

A mio modesto parere, questo ragionamento ha molto più senso quando si prendono in considerazione titoli o ETF obbligazionari sia per proteggere il proprio rispamio, sia per attenuare la volatilità dell’investimento.

Ma quanto costa coprirsi dal rischio cambio? Grazie anche all’aiuto di uno studio di PIMCO, ho preparato uno schema riferito alla copertura contro dollaro americano, schema che, scegliento opportunamente i vari fattori, può essere applicato alle maggiori valute mondiali.
Coprirsi dal rischio cambio è comunque un costo, un costo che non è possibile conoscere a priori per la natura stessa variabile dei fattori e che pertanto non può essere esplicitato in alcun factsheet.

Analizziamo ora il processo di formazione del costo di hedging:

CoperturaCambio3

Di seguito, il confronto fra due strumenti finanziari identici, ma uno (linea blu) coperto dal rischio cambio e l’altro (linea marroncina) senza copertura valutaria, “tradotto” in euro per investitori come il sottoscritto: la volatilità è ben diversa, eppure gestore, titoli in portafoglio e costi di gestione sono i medesimi.

Hedge-USD

Per ora termino qua ringraziando PIMCO per gli spunti che ho utilizzato per questa piccola presentazione, oltre ad altre pesone che mi hanno aiutato nell’esposizione che avete appena letto.

Buon cammino!!!

Andrea Bertamino

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